1914-1918. La Grande Guerra by Janz Oliver

1914-1918. La Grande Guerra by Janz Oliver

autore:Janz, Oliver [Janz, Oliver]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Storia contemporanea, Prima guerra mondiale
ISBN: 9788806221751
editore: Einaudi
pubblicato: 2014-12-14T23:00:00+00:00


«Union sacrée» e crisi politiche.

Con l’occupazione delle regioni industriali nella zona nordorientale del paese la Francia era stata colpita nella sua capacità produttiva piú di ogni altro paese belligerante. Perse la metà delle sue miniere di carbone, l’83 per cento della produzione di ferro grezzo e il 58 per cento di quella dell’acciaio, e in piú buona parte delle sue industrie tessili, chimiche e meccaniche. Tuttavia riuscí a vincere questa sfida straordinaria riconvertendo con successo industrie particolari in fabbriche di armi e munizioni42. Questa capacità si mostra in particolare nella crescita massiccia della produzione di mitragliatrici e proiettili che si ebbe allora in Francia43.

All’inizio della guerra si calcolava che ogni cannone sparasse al giorno sette granate, ma una simile quantità bastava in realtà appena per un’ora. Pertanto il 20 settembre del 1914 era già stata sparata la metà delle munizioni disponibili. L’unica soluzione fu allora quella di convertire ditte attive nell’ambito di beni di consumo alla produzione di munizioni e al riempimento delle granate44. L’aumento produttivo di granate cosí raggiunto riusciva però a malapena a stare al passo con il bisogno effettivo al fronte. Nel novembre del 1914 venivano prodotte ogni giorno 15 000 granate per il cannone da 7,5 cm, un anno piú tardi 100 000. E intanto l’artiglieria richiedeva giornalmente già 150 000 colpi. Nel 1917 il bisogno giornaliero aveva raggiunto i 190 000 proiettili, ma ne venivano consegnati solo 170 000. L’industria francese produsse nel complesso 210 milioni di granate per il cannone da 7,5 cm, 32 milioni per l’obice da 15,5 cm e altri 90 milioni per tutti gli altri calibri. Nel complesso quindi la Francia produsse piú granate e altri proiettili che la Gran Bretagna.

Fino al termine del conflitto vennero costruiti 52 000 aerei e 95 000 automezzi, mentre fino al 1914 ce n’erano stati in tutto 154. La Francia produsse quindi piú aerei che Gran Bretagna e Germania messe insieme. A tali enormi quantità di produzione si contrapponevano però immense perdite; alla fine della guerra, per esempio, gli aerei rimasti furono appena 2600. Anche la produzione di carri armati raggiunse una mole notevole: la Renault fino al 1918 produsse 2500 carri armati leggeri45. Renault e Citroën, in seguito grandi produttori di automobili, ottennero sovvenzioni e crediti dallo Stato per dotare le truppe di mezzi di trasporto corazzati e altri automezzi. L’esercito francese, alla fine della guerra, si trovò quindi con piú di 170 000 auto, mentre all’inizio non ne aveva neppure 20046. Inoltre fu necessario produrre milioni di chilometri di filo spinato, e anche milioni di elmetti e uniformi, dal momento che all’inizio i soldati francesi indossavano ancora pantaloni e berretti rossi troppo appariscenti e giubbe blu47.

Soprattutto se si considera la perdita di piú della metà dell’industria pesante, si comprende come la produzione di una simile quantità di materiale fosse un compito mostruoso. E nessun paese mostrò tanto capace quanto la Francia, che addirittura riuscí a spedire materiale bellico in Russia e Romania e nel 1918 equipaggiò il corpo di spedizione americano48. L’aumento della



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